Gilbert Rohde e la trasformazione di Herman Miller

Ritroviamo il primo direttore del design dell'azienda e le idee che hanno modernizzato il settore dell'arredamento.


Scritto da: Amy Auscherman

Photos courtesy of: Archivi Herman Miller

Pubblicato: 26 luglio 2024

An archival black and white portrait of designer Gilbert Rohde in a repeating pattern of eight, with a yellow overlay.

Gilbert Rohde, 1934

Nel luglio del 1930, il nascente designer industriale newyorkese Gilbert Rohde entrò nello showroom Herman Miller di Grand Rapids in cerca di lavoro. Il paese era nel bel mezzo della Grande Depressione e l'azienda era sull'orlo della bancarotta. Dopo aver compiuto un viaggio in Europa nel 1927, Rohde tornò pieno di idee ispirate al Bauhaus, particolarmente adatte all'architettura e allo stile di vita dell'America contemporanea. Ispirandosi all'ex compagno di classe alla Stuyvesant High School, Lewis Mumford, i cui scritti contribuirono a rendere più accessibili le nuove idee sull'architettura e sulle città, Rohde voleva produrre mobili moderni per tutti, non soltanto per i ricchi clienti privati.

"La cosa più interessante in casa sono le persone che vivono lì", disse Rohde a De Pree, "e sto progettando per loro".

Nella sua presentazione a D.J. De Pree, fondatore di Herman Miller, Rohde parlò dell'importanza di un design incentrato sull'uomo. "La cosa più interessante in casa sono le persone che vivono lì", disse Rohde a De Pree, "e sto progettando per loro". Descritto in un necrologio del 1944 della rivista Interiors come un "oratore intenso e persuasivo", Rohde convinse De Pree a correre un rischio e a cambiare radicalmente l'attività di Herman Miller, trasformando l'azienda nel colosso che conosciamo oggi. Dalle riproduzioni di mobili antichi l'azienda passò quindi a soluzioni di mobili moderni, assolutamente inedite per una falegnameria del Michigan occidentale.

In Herman Miller, Rohde ha dimostrato l'impatto potenziale del design sulla gestione di un'azienda. Non si è limitato a fornire consulenze sul design dei prodotti, ma si è occupato anche dell'evoluzione dei processi di produzione e ha insegnato all'azienda a vendere realizzando i primi cataloghi e showroom dedicati all'arredamento moderno. Ha portato l'azienda del Michigan occidentale alla ribalta sulla scena mondiale in occasione dell'Esposizione universale di Chicago del 1933, arredando le camere da letto della Design for Living House con armadietti modulari dalle linee pulite. I design di Rohde, ammirati da milioni di visitatori all'esposizione, hanno anche ottenuto recensioni su riviste come House Beautiful e DOMUS. Il seme era stato gettato e le idee di Rohde sulla modularità e la ricerca dell'innovazione nei materiali e nella produzione restano tuttora al centro dell'attività di Herman Miller.

A catalog cover from 1942: An History of Modern Furniture from Prehistoric Times to the Post War Era.

An History of Modern Furniture: from Prehistoric Times to the Post War Era, un primo catalogo sviluppato nel 1942 da Rohde e illustrato da Peggy Ann Mack.

An archival black and white photo of Herman Miller's Chicago showroom in 1939, with curved wood walls with a freeform curvy cutout, upholstered sofa, and lucite coffee table and end table.

Curve distintive per lo showroom Herman Miller di Chicago, 1939

A partire dal 1936 e fino alla sua improvvisa scomparsa nel 1944, Rohde collaborò con Peggy Ann Mack, artista e designer industriale formatasi al Pratt Institute e presso il Design Laboratory, una scuola di design gratuita fondata dalla Works Progress Administration e diretta da Rohde. In seguito all'assunzione nell'ufficio di Rohde, Mack si è occupata della progettazione di showroom ed esposizioni e del design di prodotti. Viene indicata come l'illustratrice dei sorprendenti disegni biomorfici del catalogo moderno di Herman Miller del 1941. Nello stesso anno Mack e Rohde si sposarono. Nel periodo in cui lavorò presso lo studio, il design dei mobili subì un'evoluzione: dalle linee rigorose e modulari alle forme organiche che stavano emergendo nell'arte contemporanea e che in seguito avrebbero definito il design moderno della metà del secolo scorso.

Il genio di Rohde era nell'eclettismo del suo interesse per la cultura in generale. Prima di dedicarsi al design industriale, aveva lavorato come critico musicale e teatrale, fumettista e illustratore di moda. La sua capacità di percepire i cambiamenti nella società ha permesso a Rohde di anticipare le esigenze del pubblico. 

An archival black and white photo of the Paldao Table, a curvy organic-shaped low coffee table with various decor atop a shaggy rug, with wood cabinet and sofa nearby.

Rohde si è ispirato alla vivacità dell'arte moderna e, in particolare, al linguaggio visivo del biomorfismo, che ritroviamo nel suo tavolo Paldao.

An archival black and white photo of the Rohde Easy Chair, an upholstered cushy lounge chair with tapered wood legs and tufting in a diamond pattern.

Una delle prime immagini promozionali della seduta Rohde Easy, caratterizzata da un rivestimento trapuntato con un motivo a rombi e dalla forma sinuosa del sedile: molto distante dal suo approccio rettilineo al design degli anni '30.

Come disse a De Pree all'inizio della sua collaborazione con Herman Miller: "Non stai più semplicemente creando degli arredi; stai dando vita a un modo di vivere".